
Iniziamo con lo spiegare brevemente il funzionamento del factoring “classico” per poi dettagliarvi con le differenze sostanziali rispetto al “nostro” factoring pro soluto senza notifica ne segnalazione in Centrale Rischi.
Le figure che prendono parte a questa forma tecnica (ancora definito contratto atipico) sono tre: il cedente (fornitore), che cede ad un altro imprenditore (factor, cioè la società che finanzia) la titolarità dei crediti derivati o derivanti dall’esercizio della sua impresa (dei suoi clienti, cioè i ceduti).
L’oggetto principale del factoring è pertanto la cessione dei crediti ed altri servizi, detti ausiliari, all’impresa. L’impresa cede al factor (finanziatore) tutti i propri crediti presenti e/o futuri e riceve in anticipo un determinato importo (che indicativamente può variare dal 70 al 90%) al netto degli oneri finanziari e di gestione (tasso di interesse ed altri costi con varie nomenclature).
La cessione può essere pro solvendo o pro soluto. Nella prima il cedente (l’impresa, fornitore) rimane responsabile della solvibilità del debitore (in sostanza, se alla scadenza della fattura, il cliente non paga, è il cedente che dovrà saldare/liquidare l’importo che ha ottenuto in anticipo dal factor), nel caso di soluzione pro soluto, il cedente dovrà solo “collaborare” al fine di far riscuotere al factor le somme anticipate. Ovviamente la seconda ipotesi ha un costo leggermente superiore perché il fornitore (cedente) non dovrà “preoccuparsi più” del pagamento del proprio cliente! Tutte le operazioni classiche di factoring sono segnalate dal factor a Banca D’Italia (Centrale Rischi) e pertanto prendono parte al “cumulo” dei debiti finanziari dell’impresa nelle valutazioni bancarie sull’affidabilità della stessa (come tutti i chirografari, ipotecari, leasing ed altro).
Ultima particolarità è che nel factoring classico, tutte le operazioni di cessione del credito vengono notificate al debitore/cliente (ceduto) via PEC il quale deve rispondere “riconoscendo” il relativo debito. Alla scadenza pagherà la fattura sul conto corrente indicato dal factor (nella stessa notifica di cessione).
Il nuovo fintech nel factoring…..le differenze a quanto su esposto:
- il cedente/fornitore può scegliere quanti e quali clienti cedere (ogni singolo cliente verrà plafonato con l’indicazione della somma massima che si può assumere a rischio in base ai bilanci ed alle riscontranze delle banche dati)
- il cedente/fornitore può optare per la non notifica della cessione (cioè il ceduto non verrà a conoscenza della cessione). Questa opzione è nata dalla presenza, spesso, nei contratti di fornitura tra le parti, dell’obbligo a non procedere a cessione del credito (o in alcuni casi la stessa dovrà essere trattata prima con il ceduto/cliente)
- tutte le cessioni non sono segnalate a Banca D’Italia (la Centrale Rischi non riporterà la cessione, pertanto il “peso” dei debiti dell’impresa rimarrà invariato)
- tutte le operazioni di cessione sono pro soluto (il rischio di solvibilità del cliente rimarrà in capo al factor)
- il cliente (ceduto) paga su un conto corrente intestato al fornitore (cedente) e non al factor (anche perché altrimenti facile sarebbe dedurre che sia avvenuta cessione del credito)
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A chi posso rivolgermi per avere maggiori informazioni perche la cessione delle fatture in passato mi avrebbe permesdo di avere parecchie rogne in meno grazie Pierluigi Cicinelli
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